(RATHER THAN) BLUES
Da Tennessee Williams e altri pretesti
Regia Giuseppe Isgrò
Dramaturg Francesca Marianna Consonni
Con
Elena Russo Arman
Margherita Ortolani
Fabio Paroni
Voci registrate
Sara Borsarelli, Nicola Russo
Musiche, Alessandra Novaga
Suono Giovanni Isgrò
Scene Giovanni De Francesco, Giuseppe Isgrò
Costumi Giuseppe Isgrò
Disegno luci Giuseppe Marzoli
Bambole e pupazzi Francesca Cianniello, Francesca Frigoli
Proiezioni pellicola Francesco Tartaglia
Assistente alla regia Rossana Abalsamo
Attrezzista, tecnico Gilles Ielo
Assistenti ai costumi Vito Bartucca, Rossana Abalsamo, Alberto Baraghini
Immagine Giovanni De Francesco
Grafica Francesca Cianniello
Ufficio stampa Emanuela Filippi
Primo studio di Phoebe Zeitgeist attorno a questo immaginario letterario (ma anche cinematografico), fatto di “resti” precipitati da un’America traslata, riciclata, immaginata.
L'idea registica è quella di estremizzare e dare piena visibilità alla profonda illusione sepolta ne I Blues di Tennessee Williams. In questi brevi atti unici, dotati di un realismo crudo, livido e marginale, le vite dei personaggi si attorcigliano ad un asse di cinismo con crudeltà o con sublimazione, a causa di una vita guasta o finita peggio. Qui presentata attraverso l'unione di tre dei dodici blues di Williams, proposti in un unico, allucinato, esistenziale racconto, costruito come una litania freak di figure iperrealisticamente irreali che attraverso diverse parvenze, sessualità altre, differenti umori, si avvicendano nell’azione disperata di apparire, o salvarsi o semplicemente dimenticarsi; un horror cabaret sulle più atroci emozioni qualunque.
Qui l'immaginario, l'aspettativa storica, il desiderio privato, la speranza nel progresso, si afflosciano come il tendone di un circo crollato. I personaggi di questa storia sono gli alienati superstiti di questo crollo: essi sono irrimediabilmente feriti, abbandonati, persi nel tempo, alla deriva, ancora vivi seppure annientati dal termine di ogni possibilità. In scena tra i detriti, soggiogati dalle musiche, coperti di immagini, in un insieme fantasmagorico, instabile ma incessante, gli attori portano i personaggi e le loro fratture accanto al pubblico, accogliendolo in una condizione sospesa tutt'altro che triste, anche se molto blues e bizzarra. Più in generale il pubblico vivrà assieme ai personaggi quell'atmosfera limacciosa e irreale che segue all'esondazione e al ritiro di ogni illusione. Lo stesso genere musicale, il blues, viene stravolto per questo spettacolo: benché ne si citi la laconicità e l'andamento, tutto il suono è composto da riscritture sperimentali per chitarra elettrica, rumori, electronics dei blues delle origini, costruite per lo spettacolo dai musicisti-compositori Alessandra Novaga e Giovanni Isgrò.
Ovunque proiezioni in pellicola danneggiata, gestite attraverso una regia in diretta che le fonderà con le azioni degli attori.
Giuseppe Isgrò e Francesca Marianna Consonni