PHOEBE ZEITGEIST APPARE A MILANO
performance e video-foto installazione teatrale abitabile
(giugno 2011 – giugno 2012)
Di Giuseppe Isgrò
da Blut am Hals der Katze (Sangue sul collo del gatto) di Rainer Werner Fassbinder
Phoebe Zeitgeist è
Andrea Barettoni, Davide Brembilla, Antonio Caronia, Francesca Frigoli, Patrizia Moschella
Dramaturg - curatrice Francesca Marianna Consonni
Costume Gianni Giacummo
Fotografia Alessandra Catella, Giovanni De Francesco
videoriprese Giovanni Franzoi
montaggio Barbara Cicchinè
Suono Giovanni Isgrò, Alessandra Novaga
Immagine Giovanni De Francesco
in collaborazione con
Teatro stabile Elfo Puccini
FONDAZIONE MUDIMA
Cineteca Italiana, Milano
e con il sostegno di
Goethe Institute Mailand
Blut am Hals der Katze (Sangue sul collo del gatto, 1971) è un testo che tematizza l’inaffidabilità
e l’insufficienza del linguaggio in un’epoca dove è l’incomunicabilità il principale sistema di
relazione tra gli uomini. Trattandosi di Fassbinder, tutto è corporeo, livido e violento, intimo
e sociale assieme. Quello che l’opera di Fassbinder apporta di nuovo e originale al dibattito,
alimentato dall’arte di molte neo-avanguardie degli anni sessanta e settanta, sta nell’ampiezza della
sua critica. Egli denuncia la reificazione del linguaggio e di tutto l’universo dei rapporti umani.
Fassbinder denunciando l’inefficacia della comunicazione tra gli uomini, giunge a denunciare
una più generalizzata e totalizzante crisi delle passioni e del desiderio nella società borghese
contemporanea.
In Blut am Hals der Katze, la struttura frammentaria e l’assenza di una sorta di ciclicità narrativa
continua e continuamente interrotta, serve a veicolare, attraverso lo stile, la tematica principale
dell’opera: l’incompletezza e l’insufficienza del linguaggio umano; linguaggio ormai svuotato di
ogni profondità.
La didascalia con cui il dramma si apre è già un compendio di tutti i suoi contenuti:
Scena da boulevard. Phoebe Zeitgeist siede immobile in una poltrona.
Dall’altoparlante una voce maschile: Phoebe Zeitgeist è stata inviata sulla terra da una stella
lontana per scrivere un reportage sulla democrazia tra gli uomini. Ma Phoebe Zeitgeist ha qualche
difficoltà: non capisce il linguaggio umano benché ne abbia imparato le parole.
Phoebe Zeitgeist è dunque una sorta di “aliena-sociologa” e ha, già nel nome, tutto un particolare
significato simbolico. La sua funzione è quella di far emergere lo zeitgeist (spirito del tempo) in cui
è atterrata. Phoebe Zeitgeist è giunta sulla terra nuda e così, come altri personaggi fassbinderiani,
patisce il freddo e gli sguardi, a volte pruriginosi e molesti, altre volte accusatori e ostili, di coloro
che incontra. Tutti i personaggi di Blut am Hals der Katze hanno perso la loro identità più intima e
non hanno nome, sono indicati coma la modella, l’amata, il maestro, la moglie del soldato morto,
il macellaio. Inizialmente, questi personaggi provano a trasmettere la loro sensibilità, a raccontarsi
attraverso dei brevi ma intensi monologhi, a presentare se stessi a Phoebe Zeitgeist, l’indecifrabile
nuova arrivata che non comprende il loro linguaggio. Ma è nelle relazioni che emerge la realtà
amara della loro infelicità, della loro solitudine e della loro incapacità di amare. Phoebe Zeitgeist
memorizza e impara le parole e le frasi che sente pronunciare per poi riemetterle fatalmente in altri
momenti. L'ambiguità delle parole stringe i personaggi in un accanimento reciproco sempre più
serrato, in cui Phoebe è contemporaneamente il fattore accelerante e la vittima perfetta.
Questo testo è il manifesto poetico della compagnia PhoebeZeitgeistTeatro che ne ha realizzato una
performance e una installazione video abitabile.
MILANO, GIUGNO 2011
Si è proceduto alla realizzazione di cinque happening o azioni di strada: cinque diversi performer
di entrambe i sessi, hanno interpretato il “ruolo” di Phoebe Zeitgeist, calato nella realtà milanese .
Le cinque differenti apparizioni di Phoebe sono accadute in cinque diverse piazze milanesi,
durante i sabati del giugno 2011. Dalla sua poltrona Phoebe Zeitgeist ha incrociato e provocato lo
sguardo delle persone, raccogliendone le reazioni. Attorno a lei altri componenti del gruppo hanno
sorvegliato il sito e il/la performer e hanno documentato tutto attraverso fotografie e riprese video
professionali. La curatrice ha annotato gli accadimenti in un diario che costituisce la drammaturgia
del lavoro successivo, in video. La performance sono durate dalle tre alle cinque ore, ovvero sino a
quando è stato possibile (in base alla resistenza dell’attore, alle reazioni dei passanti, all’eventuale
intervento delle forze pubbliche, al clima). I cinque luoghi interessati dal lavoro sono stati:
Piazza Santa Maria del Suffragio
Piazzale Cadorna
Piazza Aquileia
Piazza Oberdan
Pusterla di Sant’Ambrogio
MILANO, GIUGNO 2012
Le cinque azioni di strada, riprese in video, sono montate e sottotitolate dal diario scritto in tempo
reale dalla curatrice e saranno esposti in serie su cinque televisori compresenti. scomparsa.
La video-foto installazione teatrale abitabile sarà ospitata all’interno dell’opera del grande artista
tedesco Wolf Vostell La Quinta del Sordo – Das Haus des Tauben (1974) presente al piano
interrato della Fondazione Mudima di Milano. La scelta di alloggiare il lavoro proprio in questa
sede non è casuale: Wolf Vostell (Leverkusen, 1932 - Berlino, 1998) fu un artista dalla ricerca
politica battente, dalla posizione critica e militante, un grande sperimentatore e uno dei protagonisti
più discussi di uno dei comportamenti più eversivi dell’arte contemporanea del dopoguerra, il
movimento Fluxus. Primo di molti, nei tardi anni cinquanta, utilizzò nelle sue opere il video e la
televisione, immagine e oggetto, per mettere in scena, senza mediazioni, la potenza e l’irruenza
culturale di questo mezzo. In particolare La Quinta del Sordo – Das Haus des Tauben del 1974,
è la grande opera installata permanentemente nel piano interrato della Fondazione Mudima nel
1989 , che rappresentò l‘artista durante Documenta 6 (1977): una piscina rivestita di piastrelle nere
e circondata da 14 pannelli che presentano scene tratte dalla guerra del Vietnam, dotati ciascuno
di un monitor sintonizzato su un diverso canale televisivo in una corrispondenza stretta e feroce
tra immagine, immaginario, linguaggio, ambiente, cultura e storia. Come nell’opera di Fassbinder,
così nellavoro della compagnia, è nella sensibilità e nell’opera di Vostell l’urgenza di riferire
dell’attualità e della sua contorta capacità di generare senso e futuro.
”La confusione della vita quotidiana è enorme ed io devo commentarla. Si vive in un’epoca di
grandi malintesi, divergenze, contraddizioni del pensiero e del comportamento. Nello stesso tempo
vivere all’interno di molteplici contraddizioni è una delle esperienze più sublimi della vita e in ciò
devo essere come una montagna in mezzo al mare agitato” (Wolf Vostell).
OMAGGIO A RAINER WERNER FASSBINDER
PROGRAMMA EVENTI
Da martedì 12 a domenica 24 giugno la video-foto installazione teatrale abitabile sarà ospitata
all’interno dell’opera del grande artista tedesco Wolf Vostell La Quinta del Sordo – Das Haus des
Tauben (1974) presente al piano interrato della Fondazione Mudima di Milano.
Quest’installazione diventerà il luogo destinato ad per ospitare altre azioni fassbinderiane: in
collaborazione con l’organizzazione del Teatro Elfo Puccini il progetto è anche l’occasione per
omaggiare, attraverso il dono di piccole pièce, letture e brevi interventi teatrali, Rainer Werner
Fassbinder (Bad Wörishofen, 31 maggio 1945 – Monaco di Baviera, 10 giugno 1982) nel trentesimo
anniversario dalla sua tragica scomparsa. Gli artisti che prenderanno parte a questa performance
continua sono coloro che storicamente o con più cura hanno studiato e interpretato i testi di
Fassbinder a teatro come Ferdinando Bruni, Ida Marinelli, Luca Toracca, Elena Russo Arman,
nonché artisti quali Alessandra Novaga, Francesca Frigoli e Lorenzo Fontana a cui è affidata la cura
di piccoli interventi sperimentali.
Segue Programma delle performance presso la Fondazione Mudima con le seguenti specifiche:
L’accesso alle performance è libero ma regolato da una capienza massima di trentacinque persone;
i singoli interventi hanno durata variabile, da un minimo di dieci a un massimo di trenta minuti.
L’accesso all’installazione è libero, dalle ore 16 alle ore 19,
e su richiesta durante gli apertura della Fondazione MUDIMA
L’omaggio a Fassbinder si estende ad altri aspetti di ricerca, approfondimento e godimento della
vasta produzione di questo importante autore: questi appuntamenti sono possibili grazie alla
collaborazione critica e al contributo specifico di Goethe Institute Mailand, e della Fondazione
Cineteca Italiana con i quali si è anche discussa capacità e fortuna del lavoro di Fassbinder oggi, in
Italia e all’estero. Parallelamente alle performance, in un programma dedicato, saranno proiettare
presso le sale dello spazio Oberdan di Milano alcuni dei primissimi film di Fassbinder per offrire ad
un numero elevato di persone la possibilità di conoscere le origini di un grande genio.
Segue Rassegna di film presso lo spazio Oberdan con orari definiti da cineteca
SEDI
Le sedi coinvolte dall'evento sono a pochissima distanza tra loro e tutte nel triangolo tra
Corso Buenos Aires, via Tadino e Piazza Oberdan, a poche centinaia di metri l'una dall'altra, e
precisamente:
Fondazione MUDIMA via Alessandro Tadino,26
20124 Milano
tel: +39 02 29 409 633
Teatro elfo Puccini corso Buenos Aires 33
20124 Milano
tel. +39 02 00 66 06 06
Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2 angolo Piazza Oberdan
20124 Milano
tel: +39 02 7740 6316