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Line, il tempo di Agota Kristof

 

REGIA  Giuseppe Isgrò

CON  Fabrizio Matteini, Francesca Frigoli, Karin Freschi, Margherita Ortolani

SUONO E MUSICHE ORIGINALI Giovanni Isgrò

SCENA E COSTUME Francesca Frigoli, Giuseppe Isgrò, Giuseppe Marzoli

LUCI E SUONO Giuseppe Marzoli

ASSISTENTE ALLA REGIA Karin Freschi

DATORE LUCI, FONICO, MUSICHE ORIGINALI Giovanni Isgrò

ORGANIZZAZIONE E CONSULENZA DRAMMATURGICA  Ondina Granato

 

 

In Line, il tempo (2006) – testo mai rappresentato in Italia – sono trattati con leggerezza e minimalismo i temi ricorrenti nell’opera di Agota Kristof: il tempo, lo sfalsamento dalla realtà, l’infanzia e la sua spietata lucidità, la disillusione, l’inganno del linguaggio, l’ironia e il sogno. Line ragazzina è innamorata come da adulta non potrà mai esserlo: il suo sogno Marc si infrange proprio quando potrebbe realizzarsi. I personaggi guardano il mondo attraverso il velo della propria soggettività, incapaci di afferrarlo, di non lasciarsi trascinare dall’ineluttabile e disilluso scorrere del tempo. I sentimenti, vissuti con euforia e distacco, sono congelati in atmosfere rarefatte.

 

Malinconia ed euforia.

L’allestimento è racchiuso in una sorta di intimo contenitore magico, di vecchio carillon dagli ingranaggi che talvolta si inceppano. Evoca atmosfere sbiadite: panchine arrugginite, foglie secche e orologi rotti. In una scena essenziale, immutata nel passare degli anni, si muovono gli attori, umani eppure azionati - come parti dell’ingranaggio del tempo - da sonorità meccaniche e melodiche, classiche ed elettroniche, che tra calore e freddezza rispecchiano l’entusiasmo dell’infanzia e il disincanto dell’età adulta.

 

La compagnia PhoebeZeitgeistTeatro ospita in questa produzione Fabrizio Matteini, già apprezzato in “Angels in America” (di Tony Kushner, regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani). Confezione sonora e luci sono di Giuseppe Marzoli.

 

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