Phoebe Zeitgeist
RePRODUCTION
regia Giuseppe Isgrò
drammaturgia Francesca Marianna Consonni e Giuseppe Isgrò
da un soggetto di Patrizia Moschella
con
Francesca Frigoli, Daniele Fedeli, Matteo Giacotto, Davide Gorla, Chiara Verzola
grafica Alessandro Tonoli
Ufficio stampa e Promozione Le Staffette
Una produzione Phoebe Zeitgeist in collaborazione con Teatro della Contraddizione, Milano.
Fiori della Festa di San Tito 2016, Casorate Sempione (VA)
RePRODUCTION! è il dodicesimo lavoro del gruppo Phoebe Zeitgeist che presenta al pubblico per la prima volta una drammaturgia completamente propria: si tratta di una riflessione sul riprodursi, replicarsi, immaginare un altro se', avere continuità e discendenza, sia nella vita, sia nell'arte. Lo spettacolo è infatti incentrato su un gruppo di artisti maturi, legati tra loro da fili di assurdità e bisogno, tra i quali esplode il tema del tempo biologico, del momento esatto per produrre e per riprodursi, per dare vita a opere e figli. Fratta, artista ironica e geniale, vuole un figlio da Lui e sublima la sua urgenza in un cicciobello, protagonista delle sue fantasie e del suo quotidiano alterato; il feticcio finirà per prendere possesso di tutto. Lui, padre fantoccio di un bambolotto, fugge ogni responsabilità, per vocazione. Artyparty, la sua amica curatrice ed intellettuale, rifiuta con energia l'idea di figliare, a favore di una carriera artistica autentica e totalizzante. Gli amici, assistenti di professione, Leprotto di Mamma, Conigliotto Bigotto e Zebrotto di Voglia, entrano ed escono da questo bisogno per artificio o per ossessione, generando pensieri, opere e figli secondo regole di mercato o convenienza. Sullo sfondo un Gatto con lo zaino blu riporta i toni del delirio egotico di ciascuno a un mondo di sogni, desideri, presenze in cui vita e morte, continuità e fine si abbracciano con dolcezza. Il testo infatti presenta su diversi registri le posizioni antitetiche e le esasperazioni di un dilemma che non si risolve, se non con l'effettiva spesa della vita tutta. I protagonisti sono affetti dalla stessa nevrosi: l'incubo della banalità dell'esistenza o della banalità del linguaggio. Essi combattono contro l'impossibilità di provare un sentimento autentico, cercandone uno originale che produca il senso che le loro vite cercano. Tutto il contesto della narrazione, dalla scena, ai costumi, ai personaggi stessi e alle loro relazioni più intense, è teso tra irrealtà e realtà, tra umanità viziosa e animalità virtuosa, tra razionalità corrosiva e l'istinto che sbaraglia il pensiero.